I PILASTRI CHE SOSTENGONO
IL MIO LAVORO

Sono 4 i pilastri che permettono il mio intervento e sorreggono il percorso che insieme affronteremo:

INCONTRO UMANO E PERCORSO TAGLIATO SU MISURA DEL SINGOLO
Empatia ed umanità sono ingredienti per me essenziali per accogliere una richiesta d’aiuto e fornire a chi la avanza uno spazio sicuro e protetto in cui esprimerla. Mi impegno a sviluppare con il singolo (o i singoli) un percorso tagliato su misura delle sue necessità e delle sue esigenze, personalizzato ed attento, nel rispetto dell’unicità di ciascuno.

COMPETENZA, PREPARAZIONE E FORMAZIONE CONTINUA
L’attenzione e l’impegno devono in questo lavoro essere affiancati da una solida preparazione e da una formazione continua. Esse costituiscono le basi per affrontare anche i disturbi più strutturati e le situazioni di maggiore sofferenza, per i quali risulta necessaria una competenza approfondita e specifica.

RAPPORTO DI COLLABORAZIONE E FIDUCIA
Trovo fondamentale instaurare con chi si rivolge a me un clima di cooperazione e fiducia, esente da qualsiasi forma di giudizio. Un rapporto collaborativo e trasparente permette infatti di identificare assieme un obiettivo comune e perseguirlo, all’interno di quello che diviene “uno spazio per pensare”.

VALORIZZAZIONE DELLE RISORSE
Non è sempre facile chiedere aiuto ed è destabilizzante ammettere (dapprima a se stessi) di averne bisogno: farlo può indurre a nutrire dubbi riguardo le proprie qualità e le proprie risorse. Io concepisco il percorso psicologico come un’occasione per riscoprire con rinnovata consapevolezza anche i propri punti di forza che, valorizzati e riattivati, diverranno un tassello fondamentale per affrontare la crisi in corso e non solo.
APPROCCIO SISTEMICO-RELAZIONALE
L’orientamento teorico e metodologico che guida il mio lavoro è quello sistemico-relazionale. Esso considera la famiglia il sistema di riferimento principale nell’esperienza emotiva di una persona: è proprio all’interno di tale complessa rete di relazioni, di cui facciamo parte fin dalla nascita, che cresciamo ed acquisiamo il nostro personale modo di interagire con gli altri e con il mondo, il nostro modo di vivere ed esprimere le emozioni, di pensare e di agire, costruendo la nostra identità in un mix di caratteristiche che ci rende unici. Poiché siamo il frutto di relazioni e ci è impossibile vivere senza essere costantemente in connessione con qualcun altro, non è difficile immaginare il peso che le relazioni possano assumere, nel bene e nel male. Risulta pertanto funzionale interpretare il malessere che una persona di qualunque età può presentare non solo come “un suo personale problema”, bensì come la possibile espressione di un disagio che affonda le sue radici ed il suo significato nei vari sistemi di appartenenza (rappresentati principalmente dalla famiglia attuale e dalla famiglia d’origine) di cui la singola persona che soffre è solo uno dei componenti. Tale ottica aiuta a inquadrare il problema attraverso un’angolatura più ampia e ad immaginare e programmare un cambiamento evolutivo.
IL LAVORO IN EQUIPE
Spesso mi trovo davanti a situazioni caratterizzate da una certa complessità, quali possono essere quelle familiari e di coppia, nella quali concorrono molti fattori e si instillano dinamiche relazionali articolate. In questi casi preferisco occuparmi delle persone che si rivolgono a me affiancandomi ad un/a collega: il lavoro d’equipe diventa una risorsa fondamentale per avere una visione più ampia e completa del sistema di interazioni e relazioni considerato e garantire un intervento più utile ed efficace.